Scongiurare il cancro non dipende solo da noi (ma possiamo fare molto)

ARTICOLO DEL CORRIERE DELLA SERA DEL 11/04/2017  PUBBLICATO SU

http://www.corriere.it/salute/sportello_cancro/17_marzo_31/scongiurare-cancro-non-dipende-solo-noi-ma-possiamo-fare-molto-518430e8-1617-11e7-b176-94ba31b8546a.shtml

 

Scongiurare il cancro non dipende solo da noi (ma possiamo fare molto)

Il 40% dei casi di tumore può essere evitato seguendo uno stile di vita sano,
anche se un ruolo lo hanno le mutazioni casuali dei geni. Un contributo determinante
al miglioramento della sopravvivenza è dovuto ai progressi nelle cure

  
 
Ho letto che l’insorgenza dei tumori è dovuta in buona parte a mutazioni casuali del Dna durante la replicazione delle cellule. Ma allora che senso ha impegnarsi nella prevenzione? E sentirsi «colpevoli» se non lo si fa?

Risponde Carmine Pinto, presidente nazionale Aiom (Associazione italiana oncologia medica) e direttore Oncologia Irccs, Arcispedale S.Maria Nuova, Reggio Emilia

 La lotta contro il cancro si sta sviluppando, sempre di più, in tre direzioni di un’unica strategia: la prevenzione, il miglioramento delle cure e la ricerca per migliorare le nostre conoscenze. Per quanto riguarda il primo aspetto, molti studi hanno dimostrato come il 40% dei casi di cancro possa essere evitato seguendo uno stile di vita sano (no al fumo, dieta corretta e attività fisica costante). L’Associazione Italiana di Oncologia Medica (AIOM) e l’Associazione Italiana Registri Tumori (AIRTUM) pubblicano il volume “I numeri del cancro in Italia”, una fotografia aggiornata dell’impatto della malattia. I dati epidemiologici evidenziano i positivi risultati delle campagne di prevenzione (che includono anche l’adesione ai tre programmi di screening).

Diminuiscono i decessi

Per la prima volta stanno diminuendo in Italia l’incidenza e i decessi per tumore: 1.134 morti in meno registrate nel 2013 (176.217) rispetto al 2012 (177.351). Stiamo assistendo alla diminuzione delle nuove diagnosi fra gli uomini: 189.600 nel 2016, con un calo del 2,5% ogni 12 mesi (erano 194.400 nel 2015). Una tendenza costante, dovuta soprattutto all’efficacia delle campagne di prevenzione (in particolare della lotta al tabagismo), che hanno però portato a risultati più limitati fra le donne, visto che i nuovi casi sono in lieve crescita nel sesso femminile. Il fumo è infatti un vizio sempre più “rosa”, con conseguenze preoccupanti: tra il 1999 e il 2011 l’incidenza del carcinoma del polmone è diminuita del 20,4% tra gli uomini, mentre è aumentata del 34% nelle donne. 

Il compito dell’oncologo

Con questi numeri non si vogliono «colpevolizzare» i fumatori o chi non segue uno stile di vita sano. Il compito dell’oncologo non è fornire giudizi morali, ma migliorare il livello di informazione dei cittadini, in particolare dei più giovani, sulle armi a disposizione per prevenire la malattia. Un contributo determinante al miglioramento della sopravvivenza è dovuto ai progressi nelle cure. Queste ultime spaziano dalla chirurgia, alla radioterapia, alla chemioterapia (non aggressiva come in passato), fino a armi innovative come le terapie a target molecolare e l’immuno-oncologia, che stanno permettendo di migliorare la sopravvivenza a lungo termine anche in neoplasie in passato difficili da trattare. L’impegno contro la malattia però non può essere solo individuale, deve essere collettivo. A partire dall’adesione ai programmi di vaccinazione. Esistono, infatti, alcuni virus contro cui è possibile vaccinarsi, in grado di dare gravi conseguenze, fino al cancro, molti anni dopo l’insorgenza dell’infezione, come fanno l’Hepatitis B Virus e l’Human Papilloma Virus. Impegno collettivo significa anche riduzione dell’esposizione a cancerogeni ambientali, che hanno un ruolo rilevante nello sviluppo di mutazioni a carico del genoma umano (che rappresentano di per sé un evento “naturale” correlato anche all’evoluzione della specie). 

Il ruolo delle mutazioni genetiche

Un recente articolo su Science ha evidenziato che due terzi dei tumori sono imputabili a mutazioni genetiche, ma non si può parlare di sfortuna bensì di quel delicato equilibrio tra genoma e “ambiente” sempre più alterato. Purtroppo solo una minima parte degli oltre 100.000 composti chimici immessi sul mercato è testato in relazione agli effetti sulla salute. Fra le 930 sostanze o attività esaminate dallo IARC (Agenzia Internazionale per la Ricerca contro il Cancro), più di 400 sono risultate agenti cancerogeni certi, probabili o possibili. Cancerogeni potenti come il cloruro di vinile monomero, il benzene, l’amianto sono stati causa di tumore in chi è stato esposto a queste sostanze nei cicli produttivi o per contaminazioni ambientali. Non possiamo intervenire sul genoma, ma possiamo modificare gli stili di vita e applicare norme di protezione espositive e ambientali ai cancerogeni. La ricerca sta producendo informazioni inimmaginabili in passato su meccanismi di cancerogenesi, bersagli molecolari e stato immunologico, permettendo prevenzione e terapie più mirate e attive. Non ci sarà un anno in cui non avremo più la malattia cancro, ma anni in cui ulteriormente ridurremo l’incidenza e la mortalità per questa patologia. Non è questione di fortuna o sfortuna, ma dipende anche da noi.